Per non cadere negli estremi di un licenziamento per giustificato motivo occorre sostanzialmente tenere una condotta lavorativa che resti minimamente entro i canoni della civiltà, oltre che della legge. Essere licenziati per giusta causa non è poi così facilissimo ma ci sono dei casi in cui la motivazione oggettiva viene riconosciuta da tutti i gradi di giudizio, corte di Cassazione compresa. Quasi sempre si tratta di comportamenti limite che difficilmente fanno parte del corredo delle azioni del lavoratore medio: ma vediamo meglio alcuni esempi per chiarirci le idee.
Licenziamento per scarso rendimento
Gli indolenti cronici devono sapere che la sentenza 43412/2010 ha dato ragione al datore di lavoro che ha messo alla porta il dipendente che se la ronfava della grossa al lavoro. Tra l’altro in questo caso si trattava di un addetto ai passaggi di merci in frontiera per cui avevano levato le loro proteste anche i colleghi costretti a sobbarcarsi il suo lavoro.
Timbrare al posto di un collega
Un trucchetto molto usato, in particolare nei posti di lavoro pubblici: un collega compiacente timbra anche il nostro cartellino e noi risultiamo presenti anche se in realtà siamo a portare i pupi all’asilo o dal dentista o a svolgere un secondo lavoro. La sentenza 24796/2010 della Cassazione dice che anche questo è motivo per giusto licenziamento.
Rifiutare un trasferimento
Se il trasferimento è di breve portata, cioè entro un raggio di chilometri non elevato, non è un motivo sufficiente per non recarsi più al lavoro: ne sa qualcosa la lavoratrice che si era rifiutata di spostarsi da Vicenza a Treviso e che ha dovuto adeguarsi alle esigenze della sua azienda.
Usare la carta di credito aziendale per scopi non lavorativi
Chi è dotato di una carta di credito aziendale la deve usare esclusivamente per scopi connessi al lavoro. La sentenza della Cassazione 6965/2010 dice che è corretto licenziare chi invece l’ha utilizzata per finalità che nulla avevano a che fare con l’espletamento della propria professione.
Pendere a male parole i colleghi
Ingiurie, male parole, addirittura schiaffoni e calci, colleghi che impazziscono e sfasciano tutto sono il caso più classico di licenziamento per giusta causa: la personalità morale di ogni lavoratore va tutelata, compreso dai colleghi troppo irruenti che quindi vanno allontanati dal posto di lavoro.