Uno degli indicatori tecnici che si possono usare nel mercato delle valute è sicuramente l’RSI. Già in passato abbiamo parlato di questo indicatore. Sappiamo che questo indicatore ci dà un’indicazione del fatto se un trend si trova in una situazione di ipercomprato o di ipervenduto e se il trend stesso può rimanere in una tendenza rialzista o ribassista estesa per qualche tempo. Durante una fase di trend molto rialzista, possiamo considerare un valore RSI di 80 per identificare che una coppia di valute si trova in una situazione di ipercomprato. Al contrario, durante una fase molto ribassista, il valore che possiamo prendere in considerazione per stabilire se il trend si trovi in ipervenduto, è 20.
Questi valori non sono però standard ed univoci. Sono i più usati, è vero, ma non sempre sono i più validi. Ecco dunque che si parla di regolazione dei livelli dell’RSI. Questo significa che a volte è sufficiente che un trend raggiunga dei valori RSI di 70 o di 30 per indicare, rispettivamente, una situazione di ipercomprato o di ipervenduto.
Un’altra tecnica che si può usare con gli RSI è quella di individuare la tendenza a lungo termine della moneta e quindi utilizzare il valore dell’RSI per aiutare a trovare i punti di ingresso. Si tratta di entrare in un rally rialzista o ribassista in un momento in cui la moneta è sovraesposta nella direzione opposta del trend.
Se il trend di lungo periodo è rialzista, delle letture di ipervenduto potrebbero segnare dei punti di ingresso potenziali. Allora stesso modo, anche se il trend è ribassista nel lungo periodo, delle condizioni di ipercomprato potrebbero indicare dei punti di ingresso, ovviamente opposti.
Ecco dunque che chi fa trading dovrebbe guardare a dei valori per l’RSI che vanno da 30 a 70. Questo aiuta l’operatore tecnico a determinare se l’interesse per il rally continua o è calante. Gli operatori possono decidere di prendere profitto mentre la coppia va in una situazione di ipercomprato o di ipervenduto.