Pensiamo ad un produttore di caffè confezionato. Per produrre le sue confezioni deve importare il caffè. Supponiamo però che non voglia sottoporsi alle oscillazioni del mercato del caffè.
Già sei mesi o un anno prima vuole fissare il costo della materia prima della sua produzione. Come fare?
Semplice. Compra un contratto future sul caffè, ossia, si impegna a comprare una certa quantità di caffè e pagare il prezzo concordato ad una data stabilita.
La controparte, cioè il produttore di caffè grezzo, si impegnerò a vendere coprendosi così dal rischio inverso, cioè di vedere il suo caffè svalutarsi all’atto della vendita.
Ecco spiegato il motivo per cui nascono i future. Vengono inventati come strumento di copertura del rischio.
Dopo le merci i future si sono applicati alle attività finanziarie: prima alle valute, poi ai tassi d’interesse ed infine agli indici di borsa.
Veniamo al caso di un investitore di borsa.
Il nostro cassettista avrà un certo portafoglio ed è tranquillo che nel lungo periodo le sue azioni gli daranno ampie soddisfazioni.
Apparentemente tutto ok, se non fosse che durante gli inevitabili cali del mercato il nostro bravo cassettista soffre e non poco nel vedere i suoi investimenti sgonfiarsi giorno dopo giorno.
Nel lungo periodo avrà ragione, ma come fare per proteggersi dai periodi bui della borsa?
Semplice. Si vende un future dell’indice di borsa.
Ci si impegna cioè a vendere ad una data scadenza il paniere dei titoli che compongono l’indice ad un prezzo prestabilito.
In realtà ciò non sempre avviene perchè la consegna dei titoli è spesso prevista solo virtualmente, regolando il guadagno o la perdita in contanti.
Se la borsa scenderà come si era previsto, ciò che si perde sui titoli lo si guadagna sul future perchè si potranno vendere le azioni componenti l’indice ad un prezzo più alto rispetto le quotazioni correnti.
Se invece le quotazioni resteranno ferme o saliranno, nessun problema il portafoglio è come si dice “immunizzato”, cioè il suo valore è stato fissato all’atto della vendita del future.
Inevitabile che il future diventasse presto uno strumento di speculazione.
Anzi, possiamo dire che la speculazione è l’anima del future.
Ciò è soprattutto dovuto all’effetto leva finanziaria.
Si ha leva finanziaria perchè per comprare o vendere un future non bisogna pagare subito il corrispettivo controvalore. Non sarebbe un future, se si chiama così è perchè la consegna ed il pagamento avverranno solo in futuro!
Si deve invece versare solo un “margine”, in genere il 10% del controvalore, una specie d’acconto. I guadagni e le perdite saranno però calcolati sull’intero controvalore, ecco perchè c’è l’effetto leva.
Operiamo su un certo capitale impegnando solo il 10% di esso!