Una fattura non pagata da la facoltà all’azienda che l’ha emessa, di recuperare il credito che le spetta, ricorrendo a vie legali qualora il debitore non intenda pagare quello che gli è richiesto. Naturalmente l’atto legale è l’ultima tappa di un iter ben costituito, e diventa inevitabile qualora non vi sia alcuna possibilità di accordo tra le parti.
Quando il debitore non effettua il pagamento che gli è richiesto, in prima istanza si inviano dei solleciti di pagamento, che richiedono in via amichevole il pagamento emesso in fattura.
Se il debitore risponde positivamente ai solleciti, il tutto finisce li, ma purtroppo non sempre accade, e allora per ottenere il denaro che gli spetta, il creditore è costretto a procedere con la messa in mora.
Questa intima il debitore ufficialmente a pagare quanto è dovuto, altrimenti il creditore procederà per via legale, fino ad arrivare all’esproprio coatto per riprendere ciò che si deve.
La messa in mora deve essere redatta in forma scritta, ed è un documento ufficiale, che precede, qualora non abbia buon esito, l’azione legale vera e propria e quindi l’esproprio.
Nella comunicazione si riportano i dati relativi al pagamento, le fatture e tutti gli importi per i quali si procede alla messa in mora. Per un esempio è possibile vedere questo modello di lettera di messa in mora. Devono inoltre essere riportati gli articoli del codice civile che si occupano di questa materia, cioè gli art. 1218,1219 e 1282.
La comunicazione scritta va inviata al debitore tramite l’invio di una raccomandata.