La Bulgaria, è uno dei nuovi mercati sui quali si sta spostando, già da qualche anno, l’attenzione degli investitori italiani. Il nostro Paese ha stretto degli accordi commerciali con la Bulgaria,incrementando l’export; in particolare si è puntato su prodotti del comparto industriale come la produzione di plastica e prodotti chimici. Un altro settore particolarmente vitale, sul quale, già da tempo, hanno scommesso molti imprenditori italiani è quello immobiliare.
La posizione geografica della Bulgaria, la fa diventare un punto di passaggio cruciale e un importantissimo snodo per le merci che transitano dall’Europa alla Turchia e al resto del medio oriente; inoltre questo Paese è il crocevia di tutti i traffici che congiungono l’Europa con i territori dell’est e del mondo orientale.
Per favorire l’apertura delle attività, il governo bulgaro ha reso più brevi i tempi burocratici; inoltre, i costi per l’apertura di una società non sono da considerarsi proibitivi.
La Bulgaria, è in grado di attirare i capitali stranieri, in quanto è ricca di personale qualificato ed istruito; i settori nei quali la forza lavoro vanta più titoli è quello dell’industria ma anche del turismo. Infatti, in questo Paese una percentuale piuttosto alta ha conseguito dei titoli di studio linguistici.
Questo Paese, inoltre sta optando per delle forme di politica che incrementino gli investimenti stranieri; i settori che sono più in crescita sono quelli del turismo, della chimica ma anche della produzione manifatturiera. In Bulgaria si producono anche mezzi di trasporto, dedicati in particolare al mondo dell’agricoltura ma è in crescita anche l’industria chimica della plastica e dei suoi derivati. Inoltre, il comparto dell’industria alimentare sta dimostrando grandi possibilità, anche grazie agli aiuti comunitari. Un altro motivi che spinge ad intensificare l’investimento straniero in questo Paese, è la presenze di zone franche; in queste aree, sono numerosi gli investimenti stranieri, in particolare le joint venture. si tratta di zone piuttosto ambiti, anche dagli stranieri perchè ciò che viene importato in una zona franca non è soggetto al dazio doganale.
Investire in Bulgaria, è una buona idea imprenditoriale, visto anche la semplificazione burocratica che è stata messa in atto. La prima cosa da fare, per chi intende avviare un’impresa, è quella di costituire una società; è possibile scegliere fra società per azioni, società a nome collettivo, società a responsabilità limitata e società in accomandita. Per legge, le società, devono possedere uno statuto e devono essere fondate davanti ad un notaio; inoltre, è necessario che venga stabilita la composizione del consiglio di amministrazione e che sia nominato un rappresentate legale. Dopo aver fondato la società, è obbligatorio perfezionare l’iter chiedendo l’iscrizione presso l’istituto nazionale di statistica e all’ufficio di tassazione; l’iscrizione all’ufficio della dogana è previsto esclusivamente per le attività che prevedono attività di import export. Se l’imprenditore, ricopre anche il ruolo di datore di lavoro, si ha l’obbligo di iscrivere la società presso l’ufficio di assistenza sociale.
Per investire in Bulgaria, è consigliabile avere una persona di fiducia e di riferimento in loco; questa, è utile anche per questioni linguistiche e pratiche; è bene scegliere una persona che sia pratica della legislazione vigente e che conosca i modi di operare locali.
Se si intende avviare un’attività in Bulgaria, è possibile anche pensare a creare una società in cui un membro sia straniero; in ogni caso questo Paese non vengono applicate norme differenti se l’imprenditore e straniero, infatti non sono previsti documenti specifici o altre richieste. Per favorire gli investimenti, la Bulgaria ha deciso di proteggere gli investimenti stranieri in particolare; infatti, questi sono tutelati da tentativi di nazionalizzazione e di esproprio. Gli investitori strani godono anche di alcuni benefici e aiuti; la Bulgaria infatti ha deciso di sovvenzionare alcuni tipi particolari di attività che rientrano nella categoria di progetti prioritari. I requisiti per farne parte sono di avere sede in zone particolari, come quelle dove insiste maggiormente la disoccupazione e riuscire a garantire un numero di occupati pari a cento unità.